L’allarme di PeaceLink: “Diossina anche nei bovini”

“Statte, Taranto e Massafra, il triangolo della contaminazione”, denuncia Alessandro Marescotti

“A Taranto si aggrava e si allarga la contaminazione da diossina. La diossina è infatti arrivata a Massafra (un comune che dista una quindicina di chilometri da Taranto) e per la prima volta colpisce i bovini.

La marcia contro l’inquinamento del 6 aprile da Statte a Taranto si carica così di altra indignazione per lo scoppio di una nuova emergenza: i bovini alla diossina scoperti a Massafra.

Il trilatero Statte-Taranto-Massafra è diventato il “triangolo della diossina”.

Le analisi sono state effettuate dall’Istituto Zooprofilattico di Teramo, in seguito ai prelievi effettuati dalla ASL su un allevamento di Massafra.

Avendo accertato per la diossina il superamento dei limiti di legge nel latte di mucca, ora si procederà all’analisi della carne.

Dopo gli ovini sarà la strage dei bovini?

E’ molto probabile infatti che nelle carni dei bovini i valori della diossina saranno molto più alti, come ha insegnato l’esperienza delle pecore, nelle quali i valori riscontrati sono risultati anche dieci volte superiori rispetto al latte.

Da tempo PeaceLink chiedeva alla Regione Puglia il controllo della diossina sulle carni macellate senza ottenere però che venisse effettuato. Eppure il tavolo tecnico regionale per la diossina conveniva sull’opportunità di un simile controllo sui macelli.

Ora si dovrà procedere alla misurazione della diossina nelle carni bovine e questo è un passaggio importantissimo al fine di verificare la sicurezza alimentare di un settore rimasto fuori dai controlli diretti sulla carne, limitatisi fino ad ora solo alla carne di pecore e capre risultate positive al controllo della diossina sul latte.

Da tempo chiedevamo alla Regione che il controllo andasse fatto prima sulla carne e poi sul latte, in quanto la carne è più contaminata del latte. Controllare viceversa prima il latte e poi in subordine la carne era a nostro parere una procedura non corretta che avrebbe potuto tenere fuori dai controlli capi contaminati nella carne e non nel latte, restringendo i controlli ai capi positivi sia al latte sia alla cane.

Il fenomeno che ci fa riflettere è la contaminazione transgenerazionale. Le mucche sembrano aver trasmesso anche ai vitellini la diossina che trattengono come carico corporeo elevato, e tramite l’allattamento dei vitellini si sta determinando una catena di contaminazione a ciclo continuo. Sta avvenendo qualcosa di drammatico e infernale che trasmette di generazione in generazione un avvelenamento chimico che rischia di distruggere un pezzo pregiato dell’economia locale, la cui filiera comprende anche le mozzarelle e i pregiati formaggi di mucca locali. Fino ad ora a rischio era stato solo il pecorino.

Sarà importante verificare come è avvenuta la contaminazione e se abbia giocato un ruolo il fieno raccolto attorno all’area industriale.

L’area di venti chilometri interdetta al pascolo deve essere bonificata e chi ha inquinato deve pagare.

Non e’ superfluo ricordare che a Taranto e’ stata chiusa la centrale del latte per ragioni economiche e alcuni hanno visto in questo anche la paura della diossina che ha portato molti a scegliere di comprare marche nazionali”.

Fonte: Corriere di Taranto

Dalla diossina alla canapa, oggi la semina. Fornaro: “E’ un giorno di festa”

“Per noi è una giornata di festa, finalmente si ricomincia”Vincenzo Fornaro non nasconde il suo entusiasmo mentre è in corso un evento dal grande valore simbolico: la semina della canapa su tre ettari di terreno. Protagonista di questa storia di riscatto è la masseria Carmine, reduce da anni dolorosi a causa dell’abbattimento di circa 600 capi di bestiame contaminati da pcb e diossine provenienti dall’Ilva.

La semina è avvenuta sotto un cielo nuvoloso, che ha offerto anche qualche goccia di pioggia  (noi vogliamo interpretarla come una benedizione),  davanti agli occhi di un folto gruppo di cittadini sensibili alle tematiche ambientali e felici di poter condividere con la famiglia Fornaro l’inizio di questa nuova sfida.

Si punta sulla canapa, una pianta che ha proprietà disinquinanti e molteplici utilizzi: dalla bioedilizia al tessile, senza dimenticare l’uso alimentare e farmaceutico. Il primo raccolto è previsto a settembre. Poi, in base ai risultati delle analisi che si faranno sul prodotto ottenuto, si deciderà su cosa orientarsi. Ma quello di oggi non è stato solo il primo passo di un nuovo cammino. Ha rappresentato anche un’inedita occasione per ritrovare il sorriso. Ed è soprattutto di occasioni come queste che i tarantini hanno bisogno.

Fonte: InchiostroVerde.it