Cosa resta del #1maggiotaranto

Foto Christian Cesario

1 maggio 2014 – Taranto
“E tu? Dove vai a ballare?”
“Vieni a ballare in Puglia, Puglia, Puglia” ci ha detto Caparezza. E più precisamente a Taranto. Infatti, a partire dallo scorso anno, grazie a un’iniziativa del “Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti”, in occasione della festa del 1 maggio, la città dei due mari si riempie di vita. Un grandioso concerto autofinanziato da quest’associazione che rappresenta una grande opportunità per far sentire la voce di una terra sottomessa a ricatti e infamie, le quali troppo spesso passano inosservate agli occhi della nazione.
L’evento si è aperto alle ore 9:00 con un dibattito dal tema “Futuro? Ma quale futuro?”, durante il quale si è discusso dei problemi che asfissiano Taranto e si è cercato di esporre punti di vista e proporre soluzioni a questi ultimi.
Alle ore 14:30, invece, è iniziato il concerto vero e proprio, aperto da Caparezza sulle note di “Non me lo posso permettere”, “Vieni a ballare in Puglia” e “La fine di Gaia”, il quale si è protratto fino a tarda serata con le esibizioni di artisti tra cui Fiorella Mannoia, Fido Guido, i Sud Sound System, Afterhours, 99 posse, Tre Allegri Ragazzi Morti e il tarantino Diodato, intervallate da testimonianze di lavoratori e membri di associazioni provenienti da tutta Italia ( NO MUOS SICILIA, NO CARBONE BRINDISI, NO TAV, TERRA DEI FUOCHI..)

Che cosa è cambiato dopo il 1 maggio a Taranto???
Pensare che un concerto possa risolvere ogni problema è senza dubbio un errore, ma pensare che un evento del genere non possa risolvere nessun problema, forse, è un errore ancora più grave. Nei giorni seguenti la manifestazione, nonostante la grande partecipazione (sono stati stimati circa 100.000 presenti) e il successo che questa ha riscosso, attirando gente da ogni parte dell’Italia, non sono mancate le critiche; c’è chi ritiene che occasioni del genere non diventano altro che un pretesto, soprattutto per i giovani, per sballarsi e/o ubriacarsi.
Effettivamente, non sono mancati spiacevoli episodi durante il corso della giornata, ma sicuramente il senso del concerto non era questo. Ancora, c’è chi crede che un evento come questo non serva a niente e che ci sia bisogno di atti più concreti.
Prima degli atti concreti, però, deve essere costruito qualcos’altro, una base, un sostrato comune che possa poi portare all’azione. Prima degli atti servono la consapevolezza, la coscienza, l’informazione. E prima ancora di tutto questo serve un forte senso di appartenenza alla propria terra, un sentimento di orgoglio verso la propria città (e a Taranto purtroppo in molte persone manca!) che sia tale da permettere a tutti di dire: “Io voglio restare qui, non me ne voglio andare. Voglio fare qualcosa per rendere questo posto migliore. Voglio offrire i miei talenti alla mia terra. Voglio crescere qui, sposarmi qui, far nascere qui i miei figli e far conoscere loro tutte le bellezze e le risorse di questo posto”.
Dunque, probabilmente il primo fine di questo concerto era proprio quello di stimolare le coscienze, di far circolare idee, di cercare di unire tutti i cittadini, di innescare un campanello d’allarme che potesse suscitare una reazione e far nascere interesse nei confronti della complicata situazione in cui tergiversa la città.

Perché era importante esserci???
C’è uno slogan coniato a Taranto in occasione di una manifestazione contro l’inquinamento, che recita: “Io non delego, partecipo!”. Troppo spesso infatti, si è rimasti e si rimane passivi di fronte a eventi, manifestazioni e occasioni per far sentire la propria voce. È arrivato il tempo di dire “Io ci metto la faccia”, di rendersi protagonisti di quello che accade, di dare, ognuno secondo le proprie possibilità, un piccolo contributo alla nostra città affinchè qualcosa possa ribaltarsi. Ed è anche per questo, anzi, soprattutto per questo, che è nato l’OPS, l’Osservatorio Permanente Salinella. Alcuni giovani si sono sentiti stanchi di rimanere lì impalati a guardare il degrado e i problemi; hanno avvertito il bisogno di fare qualcosa, di cominciare a mettere in circolo idee e informazioni, da qualche parte. E hanno iniziato da qui, dalla periferia della città, da un quartiere abbandonato a sé stesso e troppo spesso ingiustamente denigrato.
Infondo, bisogna pur partire da qualcosa, di fronte a qualsiasi tipo di problema, e qui a Taranto si è giustamente deciso di partire dal 1 maggio, dalla festa del lavoro, dai diritti dei lavoratori, attraverso l’arte.

Grazie di cuore a tutti gli organizzatori di questa iniziativa per aver dato un’occasione in più, a tutti i tarantini, per amare la propria città.