La Salinella, l’erba ed i topi

Questo video riporta le mail inviate al Comune di Taranto gli scorsi 10 e 20 Luglio (ambiente@comune.taranto.it – Dipartimento “Ambiente Salute Qualità della Vita”, le cui competenze e funzioni sono riportate qui):

Abbiamo chiesto lumi riguardo la pulizia della campagna di via Mar Grande (zona evidenziata in giallo nelle fotografie allegate).

Abbiamo segnalato la presenza di zecche, di zanzare, abbiamo riportato la possibilità che qualcuno possa appiccare il fuoco appiccando un incendio in una zona nella quale c’è una piccola oasi nella quale sono presenti diverse specie animali.

Abbiamo segnalato la presenza di topi presso l’Isola Ecologica di Via Golfo di Taranto, e in tutte le mail abbiamo sempre inserito i nostri riferimenti telefonici e non.

Oggi, 28 Luglio 2017, aggiungiamo che i topi sono presenti anche nell’area (recintata) in cui ogni Domenica mattina viene organizzato il “Mercatino delle Pulci”…che a questo punto potremmo ribattezzare “Mercatino dei Topi”. La situazione è diventata insostenibile, e potete verificarlo voi stesso dando un’occhiata al video – dal minuto 2.00 sono chiaramente visibili i topi.

Chiediamo al Comune di Taranto di intervenire quanto prima nel sollecitare chi di competenza, ridando dignità ai cittadini del territorio, a chi la Domenica lavora al mercatino e chi quel mercatino lo visita, così come va data dignità a chi lavora presso l’Isola Ecologica.

Un’ultima richiesta la rivolgiamo a quanti, invece, utilizzano proprio l’Isola Ecologica come se fosse una discarica: la maggior parte dei rifiuti ripresi e mostrati nel video non dovrebbero essere lì. Mobili, frigoriferi ed altri elettrodomestici vanno smaltiti nella maniera corretta. Esiste un servizio chiamato “ritiro ingombranti”, gratuito e a cura dell’AMIU di Taranto, tramite il quale è possibile concordare il ritiro dei rifiuti cosiddetti ingombranti”. Basta chiamare il numero 800013739, e funziona: chi vi scrive lo ha utilizzato più volte.

Utilizziamolo tutti, è un nostro diritto, ma è anche un nostro dovere.

Piazzetta Salina Piccola, appello ai cittadini

Questo il testo dell’appello che abbiamo rivolto lo scorso 22 Luglio ai cittadini del territorio vicino alla piazzetta che abbiamo ripulito con l’Operazione Super Santos. Diamoci tutti una mano!


Cari Concittadini,

Il nostro Osservatorio Permanente Salinella “OPS” ha nei giorni scorsi realizzato in questa piazzetta l’Operazione “Super Santos”, ripulendo il parco per riportare i bambini in piazza e poterli fare “giocare a pallone” come facevamo noi ragazzi 10-15 anni fa.

Abbiamo voluto restituire questo spazio comune a voi e a noi, cittadini del quartiere Salinella, protagonisti e primi attori di questo territorio.

Lo abbiamo fatto il 10 ed il 17 Luglio scorsi, muniti di guanti, buste, zappe e tanta buona volontà.

Purtroppo, serve la collaborazione di tutti affinché questa piazza rimanga fruibile a tutti, e soprattutto veda il suo verde rinascere.

Nella notte tra il 23 ed il 24 di ogni mese, in concomitanza con la pulizia notturna delle strade, quest’area diviene un parcheggio, tra l’altro vietato in quanto nessun mezzo (auto, furgoni, moto) dovrebbe parcheggiare qui, trattandosi di area di verde pubblico.

Per questo motivo questo tratto del parco è divenuto un piccolo “deserto” dove l’erba non cresce più.

Ciò che vi chiediamo è di non accedere a quest’area “verde” con le auto, per permettere al parco di rinvigorire: la natura farà tutto da sé, ma noi cittadini dobbiamo aiutarla.

Grazie a nome dei ragazzi dell’OPS – Osservatorio Permanente Salinella


 

Operazione Super Santos: un successo

Questo è il risultato finale del nostro lavoro, e ne siamo più che contenti, essendo riusciti a restituire la piazzetta ai cittadini del territorio:

Proprio a loro rivolgiamo il nostro invito: adesso tocca a voi. Cerchiamo – tutti – di non sporcarlo: la mattina dopo la prima pulizia era già tutto sporco di escrementi di cani.

Basterebbe poco per mantenere questa piazzetta pulita, per far sì che sia veramente un punto di incontro per la gente del quartiere che ha voglia di fare due chiacchiere, o uno spazio aperto per i bambini affinché possano giocare spensieratamente.

Noi abbiamo fatto il nostro, ed abbiamo altre idee per migliorare ulteriormente questo spazio “bene comune”.

Collaboriamo tutti quanti affinché resti tale.

Operazione Super Santos (parte 2)

“Quando avviene l’irreparabile, tutti tentano sempre il grande sogno mai realizzato. E tutti dicevano di aver assistito a un loro cugino o amico fraterno che c’era riuscito. Questo sogno era poter con un accendino sciogliere un po’ di plastica intorno al foro sul pallone. Coprire meticolosamente il foro, quindi fargli la bucatura, come si dice per le ruote delle auto. Portare il pallone dal gommista e farlo rigonfiare. Nessuno c’è mai riuscito.”
Roberto Saviano, “Super Santos“.

Il nostro sogno continua, c’è un lavoro da finire: proseguiremo i lavori di ripristino della piazzetta tra Via Mar Grande e Via Salina Piccola (nei pressi dell’ufficio postale) anche Lunedì 17 Luglio, dalle ore 18.30 alle 21.30 circa.

C’è da finire la pulizia, e se possibile vorremmo riadattare alcune pedane per ripristinare le panchine (4 in totale) presenti nella piazzetta.

Vi aspettiamo, muniti di guanti, sacchi della spazzatura, zappe, rastrelli, se possibile un decespugliatore e buona volontà…ma va bene anche un bicchier d’acqua e un po’ d’incoraggiamento 

L’invito è rivolto a tutti coloro che vorranno e potranno collaborare.

Grazie a nome dei ragazzi dell’ OPS – Osservatorio Permanente Salinella.

Operazione Super Santos

«Il Super Santos diventava il simbolo di tutto quello che volevi fare: divertirti, stare all’aria aperta, giocare, correre… Era un modo di concepire la vita». Roberto Saviano, “Super Santos”.

Il Super Santos è uno dei palloni più utilizzati dai ragazzi di tutto il mondo per giocare per strada. Nasce nel 1962 dall’intuizione di Stefano Seno, un operaio della Mondo spa, che si ispirò alla vittoria del Brasile nei campionati del mondo.

Da allora, ha accompagnato la crescita di milioni di ragazzi: due porte realizzate con pietre o zainetti scolastici a 9-10 passi di distanza, un Super Santos e cominciavano i sogni di gloria nell’olimpo del calcio.

E’ da questo sentimento “nostalgico” che nasce l’«Operazione Super Santos»: l’idea principale è quella di pulire il parco per riportare i bambini in piazza per farli “giocare a pallone”, come facevamo noi ragazzi 10-15 anni fa. Restituire quindi gli spazi comuni ai cittadini del quartiere Salinella, protagonisti e primi attori della vita del territorio.

E’ con questo spirito che ci incontreremo Lunedì 10 Luglio alle ore 18.30, muniti di guanti, sacchi della spazzatura, zappe e buona volontà, presso la piazzetta sita tra Via Mar Grande e Via Salina Piccola (nelle vicinanze dell’ufficio postale della Salinella).

L’invito è rivolto a tutti coloro che vorranno collaborare. Per maggiori informazioni: https://www.facebook.com/events/145838322633032/

Grazie a nome dei ragazzi dell’OPS – Osservatorio Permanente Salinella.

Salinella, quella terra di nessuno

La voglia di riscatto nelle mani del parroco e dei volontari della Santa Famiglia

Di Maristella Massari – Gazzetta del Mezzogiorno – 1 Agosto 2016

 

La strada maestra che porta alla Santa Famiglia punta solo verso la città. Come un tunnel da percorrere in direzione della luce e ritorno. Per la gente della Salinella, il resto di Taranto è “città”, perché il quartiere è altro, non le appartiene, non si sente ramo dello stesso albero. E’ un’idea sedimentata dopo anni di delusioni, abbandono, rabbia verso le istituzioni troppo lontane, troppo distratte. Fin da quando, a metà degli anni ’60, il Comune non decise di mettere in atto un corposo piano di edilizia popolare edificando palazzacci con i tetti rossi spioventi (che fanno a pugni con la vocazione marinara della città) in mezzo al fango, alla polvere e al nulla. Da allora, in quasi 50 anni, non è cambiato molto. Per muoversi tra le vie dei laghi non ci sono traverse. Una di queste, Via Candelli, fu aperta a furor di popolo una decina di anni fa dopo una accesa battaglia tra residenti e amministrazione. E anche se all’ingresso c’è il cartello del senso unico per chi proviene da via Golfo di Taranto, tutti la percorrono in auto contravvenendo al divieto. «Prima o poi – dice con ironia Francesco Settembre, responsabile dell’Osservatorio Permanente Salinella, nato in seno alla parrocchia della Santa Famiglia per monitorare i bisogni e le esigenze dei cittadini – diventerà a doppio senso per usufrutto».

Via Candelli è l’unica che collega la zona del Sestante, le case nuove delle cooperative con i negozi, la posta e la farmacia, alla pancia della Salinella. Chi non ha l’auto si arrangia. O se la fa a piedi, percorrendo un giro di quasi due chilometri, o taglia da una collinetta di terra polverosa in estate e di fango in inverno, scavalcando una recinzione di un terreno abbandonato. Ovviamente per andare a comprare le medicine (a piedi) nella farmacia del Sestante ci vogliono gambe buone. E questo già taglia di netto il 50% dei residenti delle case popolari che hanno superato l’età pensionabile.

Qui, nel cuore popolare del rione Salinella, funziona così. Tutto, anche l’urbanistica e la viabilità, è pensata perché sia e resti un ghetto. Don Pinuccio Cagnazzo, parroco della Santa Famiglia dal 2015, e le sue settemilacinquecento anime, lo sanno bene. Ma sanno anche che – parafrasando Siani – alla Salinella si piange due volte: quando arrivi e quando te ne vai.

Le pecorelle di don Pinuccio e del suo giovane “vice” don Giuseppe Marino, preti di frontiera in un quartiere da battaglia permanente, sono generose, schiette, hanno un cuore grandissimo. E così capita che mentre raccogliamo le testimonianze dei volontari che tengono viva la fiamma della speranza in un quartiere dimenticato da tutti come questo, arrivi qualcuno a portar vestiti usati che un minuto dopo sono già nelle mani dei bisognosi.

Già, il bisogno. Alla Salinella non è solo materiale, ma è anche sociale. Il degrado ha mangiato il cemento dai balconi mai ristrutturati, ma ha anche corroso pericolosamente le regole del vivere civile.

«Il brutto chiama brutto», dice don Pinuccio. E perché questa catena si spezzi, lui ogni mattina scende i quattro scalini della sua chiesa e cammina. I suoi sandali e quelli di don Giuseppe ne fanno tanta, di strada. Entrano nelle case dei detenuti agli arresti domiciliari per una parola di umana misericordia, portano un sorriso alle famiglie che in attesa dell’assegnazione hanno occupato per mesi, in inverno, le case popolari senza che ci fossero ancora le finestre e l’acqua corrente. La croce qui se la portano tutti, così pesa meno. «Venite a vedere queste case – dice don Pinuccio -, guardate negli occhi i miei parrocchiani. Sono case normali e persone normali. La gente della Salinella è solo più arrabbiata. Ce l’ha con l’amministrazione, col governo, con tutti quelli che si sono dimenticati di loro come si fa con un parente scomodo».

Lo Stato è assente. L’unica forma di welfare è la famiglia. «Hanno inaugurato un centro per anziani, che sta chiuso e blindato da settimane – spiega Aldo, un commerciante che dopo un passato burrascoso sta riprendendo dignitosamente in mano la sua vita –. Inaugurano, tagliano i nastri e spariscono. Ma qui prima che agli anziani dovrebbero pensare ai bambini. Alla Salinella ce ne sono tanti perché di figli se ne fanno assai. Questi bambini che fine fanno? Perché nessuno se lo chiede? Non c’è neppure più una scuola nella zona. La prima sta oltre via Ancona, o passata via Golfo di Taranto. Chi non ha la macchina come li porta a scuola i figli? Poi questi bambini stanno tutto il giorno per strada. E la strada mangia, fatevelo dire da me che sono nato qua».

Salinella fa rima con abbandono. Accanto a quello scolastico c’è il disimpegno istituzionale. Chiuse le circoscrizioni, la presenza del “pubblico” si è velocemente defilata dal cuore del rione. Prima le Poste che si spostarono verso la zona del Sestante una decina di anni fa, poi la farmacia, il tabacchino e via dicendo. A presidiare il fortino resta don Pinuccio, con un manipolo di fedelissimi. «Taglia e taglia alla fine questo è diventato un quartiere dormitorio – dice Aldo Cesario, giornalista e volontario in parrocchia –. Con Mia moglie Gabriella siamo qui dal ’91 ma le cose sono andate sempre peggio. Manca tutto. Gli amministratori latitano e il quartiere è preda del degrado». L’abbandono è palpabile. Le strade, persino quelle battutissime intorno al mercato, sono ridotte ad un colabrodo. La signora Giovanna, quasi ottantenne, ci mostra le sue ginocchia sbucciate manco fosse una bambina. «Scendo sola per fare la spesa. Accudisco mio marito che ha 86 anni e non esce più. Così tocca fare tutto da sola. L’altro giorno sono caduta qui – dice mostrandoci una voragine nel marciapiedi scavato dall’incuria –, e sono finita sul breccione». Il suo lamento da il “la” al refrain degli insoddisfatti. Le voci sono tante, ma il bersaglio è unico. Piero è uno degli operatori commerciali del mercato coperto. «Mancano i controlli, ci hanno tolto i due mercatini delle pulci, invece di studiare una soluzione che permettesse di continuare a lavorare a noi e a loro. Così ci portano alla fame. E poi si guardi intorno. Le strade sono distrutte. Le blatte ci invadono».

Sul banco degli imputati c’è l’amministrazione Stefàno, colpevole, secondo i commercianti della Salinella, di penalizzare il quartiere relegandolo ad un ghetto. Dalle polemiche alla cronaca il passo è breve. Per decine di isolati non troviamo né un bar, né una salumeria, né una saracinesca sollevata. Oltre i portici di via Lago d’Albano c’è la terra di nessuno. Quella strada che come dice Aldo, “mangia“. Lo spaccio, il fumo, i motorini truccati, in tre sullo stesso sellino, molti cognomi sulle targhette dei citofoni sono gli stessi che finiscono nelle ordinanze della procura. Don Pinuccio non fa una grinza. Sono tutte anime sue, solo più bisognose di attenzioni e di conforto. Pe porte della parrocchia restano sempre aperte per tutti, come ha chiesto il Papa. L’oratorio è una enclave della gioia in un quartiere che sembra aver perso il sorriso. Le grida festose dei bambini sono il segno della speranza, un seme che si porta dentro la promessa del riscatto. «Non lasciamo che muoia – dice don Pinuccio che si appella alla “città” –: aiutateci a farlo germogliare».

Dispetti di una sera di fine estate

Ci risiamo: avremmo preferito non scrivere nulla a riguardo, ma siamo costretti a farlo.
E’ da questa estate che, nel campetto di calcio a 7 della Parrocchia Santa Famiglia, vengono ritrovate carte di giornale arrotolate contenenti escrementi di cane, oltre a bottiglie di birra spesso piene d’acqua.
Un più che sgradito regalo che, dopo la pulizia che i volontari del Centro Socio Sportivo effettuano, viene puntualmente riproposto. E quei campi sono spesso utilizzati dai ragazzi dell’Oratorio ANSPI, oltre che da quelli delle scuole calcio.


Stiamo dando fastidio noi dell’Osservatorio? Oppure a qualcuno non va giù che quei campetti siano utilizzati per il recupero sociale del territorio?
Insofferenza verso una comunità, quella parrocchiale, sempre più presente ed attiva nella Salinella?

Certo è che questo è un dispetto di chi, a noi ragazzi, dovrebbe dare l’esempio.
Guanti, scopa e paletta: noi andiamo avanti.

Il mercatino della “legalità” del Comune di Taranto

Lo scorso 9 Agosto questo Osservatorio ha inviato al Sindaco di Taranto e a tutti gli organi di stampa una Lettera Aperta che potete trovare qui.

Le foto qui in basso, da noi scattate questo pomeriggio alle ore 15.00 circa, mostrano quello che è stato il ripristino del “rispetto delle normative vigenti, in primis, quelle igienico-sanitarie” da parte dell’Amministrazione Comunale.

Riteniamo non ci sia null’altro da aggiungere, se non un ringraziamento ai Vigili del Fuoco per essere tempestivamente intervenuti.

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