Nuovo stadio, dal progetto sparisce la Taranto Tower

È di poco fa la notizia pubblicata dal Corriere di Taranto riguardo un importante variazione sui progetti del Giochi del Mediterraneo: pare infatti che la “Taranto Tower“, il business hotel da 80 metri incluso nel progetto originale, sia stata rimossa tramite variante.

Ne avevamo parlato nel nostro approfondimento definendola una struttura dall’impatto “importante” e auspicavamo potesse esserci qualcosa di meno invasivo, e di conseguenza non possiamo che accogliere positivamente questa notizia: una struttura del genere risultava, a nostro parere, sproporzionata rispetto al contesto del quartiere Salinella che deve essere riqualificato senza però dare agio a cementificazione incontrollata.

Intanto, altra importantissima notizia nell’articolo da parte dell’assessore Gianni Azzaro: l’iter per la mitigazione del rischio idrogeologico procede serratamente, entro marzo ci si aspetta di poter pubblicare il bando di gara e questo è – lo ribadiamo per l’ennesima volta – fondamentale per la rinascita del nostro quartiere.

Eletto il nuovo Consiglio Direttivo

Durante l’assemblea ordinaria dell’OPS – Osservatorio Permanente Salinella OdV dello scorso 3 febbraio i soci hanno approvato il bilancio consuntivo 2022 e preventivo 2023 e rinnovato le cariche sociali per il biennio 2023-2025.

Il nuovo consiglio direttivo risulta essere composto da:

    • Francesco Settembre, presidente
    • Paolo Masi, vice presidente e tesoriere
    • Maria Rosaria Zulì, segretaria
    • Nicola Gigante, consigliere
    • Gianmario Mirabile, consigliere

A loro va il più sincero in bocca al lupo e buon lavoro da parte di tutti i soci.

Parco (Oasi) della Salina Piccola, affidata la progettazione

L’articolo di Fabio Venere – sempre attento alle nostre attività e per questo lo ringraziamo pubblicamente – è di qualche giorno fa, e tratta di un’altra tappa fondamentale in quello che è il recupero della “nostra” Oasi della Salina Piccola: il comune ha finalmente affidato la progettazione del parco!

Così come è ben spiegato nell’articolo, con il provvedimento del dirigente del settore Urbanistica del Comune di Taranto si è conclusa questa fase amministrativa che renderà questa zona (insieme al futuro “Parco sportivo del Mediterraneo”) l’area a verde attrezzata più grande della città di Taranto.

Il progetto, per cui tanto ci siamo spesi e in tutte le sedi, è cofinanziato con 800mila euro in virtù dell’aggiudicazione del bando Italia City Branding, nel cui ambito è prevista l’esecuzione di tre interventi:

    1. messa in sicurezza idraulica del quartiere Salinella;
    2. Parco della Salina Piccola (l’Oasi, appunto);
    3. Parco urbano sportivo Giochi del Mediterraneo.

Per i dettagli vi lasciamo all’articolo e al sito da noi realizzato riguardante il nostro approfondimento sull’Oasi.

Cantiere CCR, così non va

Sono diversi mesi che viviamo nella polvere, materiale di risulta dei lavori mai terminati dal comune, per la raccolta pneumatica dei rifiuti zona Salinella. In questo video è possibile vedere come sono ridotte le nostre auto e i filtri di aerazione, cosa immettiamo nei nostri polmoni. Respiriamo questo schifo specialmente quando a tutta velocità passano i veicoli da queste strade, via Salina Piccola zona INPS. Abbiamo i balconi, le tende da sole e le piante ricoperte da questa polvere bianca.Quando piove, questa polvere si trasforma in fango che portiamo nei nostri appartamenti. Hanno tanto pubblicizzato questi lavori, ma ora tutto tace e intanto noi viviamo nella monnezza“.

Questo è il testo allegato al video che pubblichiamo e che ci è stato segnalato ed inviato nei giorni scorsi, e al quale possiamo aggiungere altri commenti di pari tono con lamentele pressoché simili: l’impossibilità di stendere il bucato, aria irrespirabile dovuta alla polvere che entra in case in cui ci sono bambini, auto ricoperte da strati di fango, e via dicendo:

Il cantiere è quello del CCR, il Centro Comunale di Raccolta che sta sorgendo in via Golfo di Taranto nei pressi dell’isola ecologica e, purtroppo, non abbiamo buone notizie: il cantiere non è ancora stato completato, ed in ogni caso il manto stradale non sarà riasfaltato in tempi brevi, perché la stessa via Salina Piccola (così come via Golfo di Taranto) sarà interessata dai lavori per la mitigazione del rischio idrogeologico per i quali sono previsti importanti scavi e movimentazioni di terra.

Nei prossimi giorni si riunirà la Conferenza dei Servizi dalla quale speriamo di riuscire ad avere un cronoprogramma più preciso sui lavori, che al momento si prevede possano iniziare per l’estate 2023.

Non ci resta che attendere, con la promessa che il Comune sistemerà anche nelle zone degli scavi dell’impianto pneumatico di raccolta rifiuti.

Rischio idrogeologico, convenzione tra Comune e Asset Puglia

Di rischio idrogeologico si parla su queste pagine praticamente dalla nascita del nostro Osservatorio, ed è sempre stato uno dei temi principali per i quali ci siamo battuti per il bene del territorio.

La scorsa settimana si è aggiunta una pietra miliare in quello che è questo percorso che stiamo affrontando: è stata firmata tra Comune di Taranto e ASSET Puglia una apposita convenzione che dovrebbe portare tramite conferenza dei servizi in tempi brevi (1-2 mesi) all’approvazione del progetto definitivo per la mitigazione del rischio idrogeologico nel nostro quartiere e alla successiva gara d’appalto con avvio dei cantieri previsto per l’estate 2023.

Un intervento massivo che per noi è sempre stato alla base di qualsiasi progetto e che stravolgerà, per diversi mesi, la vita di un intero quartiere così come si evince dalla tavola che alleghiamo, e che farà poi da apripista al (tanto atteso) rifacimento di quasi tutte le strade della Salinella, problematica ben nota e segnalata negli anni.

8 milioni di euro più ulteriori risorse per il Parco del Mediterraneo (che in parte combacia con la nostra Oasi) e nella speranza che vengano trovati i fondi anche per il secondo bacino di laminazione – quello “nord”, tra via Lago Maggiore e via Lago di Levico, al momento escluso dalla riqualificazione.

Tutto propedeutico, inoltre, alla cantierizzazione per i Giochi del Mediterraneo – per i quali i tempi sono oggettivamente strettissimi – che daranno nuova vita e nuovo volto al nostro quartiere.

Vicini al popolo di Casamicciola

(…) Italia (…) ognor tuoi danni e tue colpe deplori (…) Pentita sempre, e non cangiata mai.

Guardando le immagini che da qualche giorno scorrono quasi continue in TV, ci colpisce e ci indigna costatare fino a che punto questi versi, presi per un attimo in prestito da una poesia di Alessandro Manzoni, continuino ad essere così pieni di attualità.

La nostra Associazione, attraverso questo articolo, intende esprimere la sua vicinanza agli abitanti di Casamicciola e lo sconcerto per quanto accaduto. Tuttavia, sentiamo di aggiungere che ciò non basta; scrivere, parlare non può bastare se all’indignazione, espressa da più parti, non seguono azioni incisive e concrete.

Secondo ISPRA, il 94% dei comuni italiani è a rischio frane, alluvioni ed erosione costiera (Rapporto BES 2021). Abusivismo edilizio selvaggio riconducibile agli anni’80 per garantire aumento di capitale e trasformazione del clima: due componenti che, insieme, hanno portato a quanto i nostri occhi stanno vedendo in questi giorni e a quanto hanno visto solo poco tempo fa nelle Marche.

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Pertanto, se oggi ci ritroviamo di fronte ad un’altra tragedia, l’ennesima, é proprio il caso di dire amaramente: “Italia, pentita sempre, e non cangiata mai!

Nonostante questo però, crediamo che tutti (giovani e adulti), mai come adesso, abbiano la responsabilità di non restare semplicemente lì a guardare: il mondo fuori ci parla, ci sta lanciando da tempo segnali netti e chiari sulla necessità di cambiare, di non voltarsi dall’altra parte perché il menefreghismo, in questo particolare momento, rischia di buttarci fuori dalla storia.

Rischio idrogeologico“: con il disastro accaduto a Ischia sono tornati di attualità due termini a noi familiari, parole che che portano inevitabilmente il nostro pensiero verso le criticità del suolo del nostro quartiere, seppur in maniera minore (non rischiamo certo frane come quella di Casamicciola), e da noi segnalate da anni.

Ci auguriamo che la politica (non soltanto quella tarantina, che – possiamo dirlo con orgoglio – si sta in ogni caso muovendo da qualche anno anche grazie alle nostre pressioni) e la comunità civile prendano finalmente atto della clamorosa violazione di norme e di un abuso del suolo che é stato assecondato in passato poiché, credere in quel cambiamento, salverebbe senza nessun dubbio vite umane ed è ciò che più conta.

Infografiche di Will Media

Campo polivalente di baseball, rugby e football: approvato in giunta il documento di indirizzo

La notizia è stata pubblicata pochi minuti fa sulla pagina Facebook dell’assessore allo sport Gianni Azzaro: è stato approvato in giunta il documento di indirizzo alla progettazione del nuovo campo polivalente all’aperto di baseball, rugby e football che sorgerà tra via Palatucci e via Scoglio del Tonno (Taranto 2).

Campo polivalente

L’impianto, funzionale ai Giochi del Mediterraneo 2026, è stato finanziato nell’ambito del PNRR con 3,5 milioni di euro ed è un ulteriore tassello nella riqualificazione del nostro quartiere, oltre che una importante risorsa a disposizione di tutte quelle società sportive che da anni attendevano una struttura dedicata a questi sport.

OPS aderisce al comitato “Per una Città Sostenibile”

Logo

Il progetto di nuova edificazione nella «sottozona 32», l’area che si estende da via Speziale fin oltre il centro commerciale «Porte dello Jonio» costeggiando Cimino, ripropone il tema del consumo di suolo in una città – Taranto – che si presenta già estremamente dilatata.

In Italia la copertura artificiale di suolo ammonta a circa il 7% del territorio nazionale (dati ISPRA 2022), quasi il doppio della media europea; a Taranto si arriva al 21% della superficie comunale: il triplo della media nazionale, cinque volte il dato europeo.

Il consumo di suolo è riconosciuto come uno dei fattori che contribuiscono ai cambiamenti climatici, poiché i terreni edificati smettono di svolgere una serie di funzioni ecologiche essenziali. Ad esso sono correlati anche problemi di altra natura. L’espansione senza freni della città genera crisi del piccolo commercio, emarginazione sociale, aumento delle patologie legate all’esposizione al traffico, crescenti difficoltà economiche per i Comuni – costretti a servire aree sempre più vaste.

Nonostante la tendenza ormai consolidata al declino demografico (oltre quattordicimila abitanti in meno rispetto al 2013) i terreni edificati continuano ad aumentare anche nella nostra città e si progettano ulteriori colate di cemento. Un vero e proprio spreco di territorio a vantaggio di pochi e a danno della collettività. Tutto questo mentre porzioni crescenti del centro cittadino vanno svuotandosi e Taranto assume sempre più i contorni della “città-groviera” evocata da Alessandro Leogrande.

Per progettare un futuro sostenibile per la nostra comunità è necessario arrestare queste dinamiche: le energie e le risorse delle istituzioni pubbliche e degli operatori privati vanno rivolte al recupero ed alla rigenerazione dell’esistente e alla valorizzazione del paesaggio, a partire dagli immediati adempimenti previsti per il Parco Naturale Regionale del Mar Piccolo e dalla necessaria attenzione ad aree di interesse naturalistico come l’Oasi della Salina Piccola o la pineta in zona Blandamura.

In particolare, riteniamo che le scelte in tema di pianificazione del territorio debbano seguire quattro direttrici fondamentali:

    • respingere qualsiasi progetto che prospetti l’ulteriore espansione dell’abitato e l’edificazione di nuove aree;
    • individuare all’interno della città già edificata gli spazi e i contenitori per lo sviluppo di nuove funzioni;
    • tutelare il paesaggio, anche attraverso l’istituzione di aree naturali protette, adeguando il piano urbanistico alle previsioni del Piano Paesaggistico Territoriale Regionale;
    • pervenire nel più breve tempo possibile a un Piano urbanistico generale (PUG) indirizzato dal principio di consumo di suolo a saldo zero – obiettivo fissato dalla stessa Commissione europea.

Per sensibilizzare in questo senso la società civile e le istituzioni promuoviamo il comitato «Città sostenibile». L’adesione è aperta a chiunque, singoli e associazioni, riconosca che non si possono più riproporre i modelli di sviluppo che hanno provocato la crisi ambientale ed economica in cui ci stiamo dibattendo e che occorre procedere speditamente in direzione della sostenibilità, per una Taranto che guardi al futuro.

Il comitato è raggiungibile su questa pagina Facebook, si può aderire scrivendo all’indirizzo cittasostenibile.taranto @ gmail.com. Si sta al momento programmando un incontro, vi terremo aggiornati.

Nuovo stadio Iacovone: le nostre osservazioni

Lo ribadiamo subito, così come abbiamo sempre fatto: al centro della riqualificazione del quartiere non c’è lo stadio, non ci sono le altre strutture previste nei vari masterplan e rendering. Alla base di tutto, per noi OPS, c’è la mitigazione del rischio idrogeologico per la quale il Comune di Taranto è al lavoro – a breve dovrebbero essere approvati in giunta i progetti definitivi con i quali si dovrebbero presto inaugurare i cantieri che, speriamo, potranno includere anche quelle aree (contermini, secondo bacino di laminazione “nord”) che al momento risultano essere escluse dalla riqualificazione per mancanza di fondi.

Fatta questa doverosa premessa, possiamo adesso passare al progetto stadio visto con gli occhi di chi vive nel territorio, e parte di quanto scriviamo viene anche dai feedback ricevuti nella giornata di ieri.

L’area: è quella già identificata nel masterplan dei Giochi, né un centimetro in più e né uno in meno. Un’area limitrofa allo stadio esistente che versa in una situazione di semi-abbandono (se non totale se pensiamo al rudere di quello che sarebbe dovuto essere il liceo artistico di cui più volte ci siamo occupati) e che ne uscirà riqualificata anche grazie ai boulevard previsti per via Lago Maggiore.

Area interessata

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L'area su cui insisterà il nuovo stadio e tutto quanto è previsto nel progetto

Lo stadio: secondo i piani si tratterà di uno stadio moderno, in linea allo standard UEFA 4 (omologato quindi per finali dei campionati europei di calcio per nazionali e delle due più importanti competizioni UEFA per club, la UEFA Champions League e la UEFA Europa League), da vivere 365 giorni all’anno.

Uno stadio all’inglese, con una distanza tra tifosi e terreno di gioco pari a soli 6 metri, con sky box, ristorante, aree per la famiglia e persino un asilo nido. Uno stadio “broadcaster” (così definito dall’amministratore delegato di Experia Investor Antonio Ferrara), ovvero in grado di ospitare grandi eventi, sostenibile dal punto di vista economico ed energetico.

Da tifosi e al netto delle spiegazioni che son state date riguardo gli studi effettuati sul numero totale di spettatori ospitabili, concordiamo con quanti lamentano una scarsa capienza (16.500 posti). Una città come la nostra ha fame di calcio, e lo stesso vale per chi vive in provincia: una capienza di almeno 20.000 sarebbe stata anch’essa inferiore a richiesta e aspettative dei tifosi, ma quella presentata è anche per noi decisamente insufficiente. D’altronde, sono pochi anche se pensiamo alla sua versatilità e alla possibilità di ospitare eventi come grandi concerti, no?

Il video entusiasma (al netto di strafalcioni su alcune immagini di T…Otranto, sigh) e il colpo d’occhio è innegabilmente bello, “TANTA ROBA”, un orgoglio per noi ospitare una struttura così che, tuttavia, non è esente da criticità, specialmente nel contorno che prevede una piattaforma commerciale con uno “spazio food” di 4.000 metri quadrati (2.500 dedicati alla vendita e 1.500 deposito), due “big box” (super store) da 1.800 metri quadrati e una da 500 metri quadrati; un centro congressi che possa ospitare anche fiere ed esposizioni, un centro medico di medicina sportiva ed aree coworking.

Infine – e qui il dente inizia a dolere – il mega hotel: 80 metri di altezza, già battezzata “Taranto Tower“, due “vele” per un albergo business oriented con palestra, centro benessere, bar panoramico e piscina da 200 metri quadri, per un totale di 8.000 metri quadrati di strutture. Dal punto di vista visivo l’impatto sarà “importante“, e forse in questo caso avremmo auspicato qualcosa di meno invasivo (e magari si sarebbe potuto – si potrà? – coinvolgere il territorio così come già sapientemente fatto dall’amministrazione Melucci in fase di stesura del Masterplan dei Giochi del Mediterraneo).

Il progetto (in Project-Financing, partnerariato pubblico-privato) è stato consegnato da Gabetti /Experia nella giornata di ieri, e adesso bisogna avviare la macchina amministrativa che dovrebbe portare, secondo quanto riportato dalla stampa locale, alla posa della prima pietra nell’autunno del 2023.

Chi vivrà vedrà, e noi speriamo di farlo abbastanza. Intanto azzardiamo una provocazione: visto l’impatto di cui già abbiamo scritto, e se quei fondi mancanti per il secondo bacino di laminazione per il rischio idrogeologico di arrivassero da Gabetti / Experia?

#staySalinelled #salinella #Taranto #giochidelmediterraneo #stadioiacovone #taranto2026

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