In occasione della Biennale di Prossimità 2019, organizzata a Taranto dal 16 al 19 maggio scorsi, il nostro Osservatorio ha avuto la possibilità di inviare un proprio racconto sul volontariato per la realizzazione di TUTTI#2, una raccolta di racconti che parlano di prossimità, di mondi che si avvicinano, di contaminazioni, barriere che si infrangono, di incontri riusciti a mancati.
Il nostro racconto è quello che segue, buona lettura 🙂
“Pensi che a te non succederà mai, che non ti può succedere, che sei l’unica persona al mondo a cui queste cose non succederanno mai e poi, a una a una, cominciano a succedere tutte, esattamente come succedono a tutti gli altri…”
…ed è bellissimo. Scegliere di vivere in un territorio difficile, quello della Salinella è faticoso, certo, ma bellissimo.
Quello della Salinella è da sempre un territorio che ha necessità e fame di prossimità, di sentirsi parte della città, di quella città che ti fa sentire l’ultima ruota di un grande carrozzone e alla quale chiede rispetto.
Storicamente famoso per l’esistenza di due laghi dai quali si estraeva un sale pregiatissimo (lo racconta Plinio il Vecchio nel trattato “Naturalis Historia”, nell’Ottocento fu destinato da Gioacchino Murat a bonifiche che avrebbero dovuto trasformare la zona per destinarla a colture. Ovviamente il tutto non andò a buon fine, e il territorio rimase un vero e proprio deserto per circa un secolo, fino agli anni ’50 e ’60, in cui fu avviata la costruzione delle palazzine popolari (da qui il nome Quartiere C.E.P. Salinella – Case di Edilizia Popolare) che dovevano essere abitate dai cittadini della città vecchia e le cui abitazioni erano crollate e le cui condizioni di vita urbana erano ai limiti della decenza.
Nacque così un vero e proprio quartiere dormitorio, in cui ancora oggi mancano i servizi primari e i luoghi di aggregazione sociale, e tu cittadino devi farti in quattro per ottenere i tuoi diritti. Problemi eternamente ricorrenti, la cui testimonianza vien fuori da una semplice ricerca negli archivi dei quotidiani o una banale “googlata” grazie alle quali si accede sempre allo stesso elenco: strade dissestate e con segnaletica assente, illuminazione carente, pulizia che non viene fatta né di giorno e né di notte, i mercatali che lasciano il piazzale di via Lago di Garda sempre sporco, il così detto “mercatino delle pulci” che è più un peso che una risorsa, per arrivare all’ultima nostra denuncia relativa ad un dissesto idrogeologico che pende sulla testa dei residenti e che negli ultimi anni ha causato ingenti danni.
È da quella fame di riscatto che tutto è iniziato. Correva l’anno 2014, più o meno era marzo. Un’idea di don Pinuccio Cagnazzo, allora parroco della Santa Famiglia: basta “bigotti”, è fuori dalla chiesa che dovete vivere il Vangelo, è questo che significa realmente essere “laici impegnati” ed è questa la strada indicata anche da Papa Francesco.
La condivisione di intenti è immediata: i giovani ci stanno, si rimboccano le maniche e via, si parte. Ylenia, Rossana, i vari Francesco e Marco, Guglielmo, Christian, Alessandro, Rossana, Ivan, Gennaro, Gabriella, Serena, Nico e un unico scopo: “essere uno sguardo vigile sul Quartiere ed al servizio dello stesso”, vogliamo dare voce a chi non ce l’ha. Nasce l’OPS, l’Osservatorio Permanente Salinella.
Gli obiettivi sono stati chiari sin dall’inizio: non solo la segnalazione di problematiche, di situazioni di degrado e pericolo alle autorità competenti, ma anche il portare alla luce iniziative, bisogni e risorse utili per tutta la cittadinanza del quartiere, con un occhio particolare per gli interventi a favore del mondo giovanile. Il realizzarle insieme, tutti.
Era ed è quello che vogliamo fare, ancora oggi: interagire e collaborare con le autorità cittadine (politiche ed imprenditoriali), ma anche criticare liberamente l’operato e/o l’inerzia di chi gestisce la cosa pubblica e promuovere iniziative atte ad aiutare e sensibilizzare le problematiche e la crescita del quartiere.
Abbiamo voluto farlo sin dal principio con l’esempio, prima che con le parole. Nell’estate 2014 ci sporcammo le mani, giorno e notte, nell’accoglienza dei migranti che in quel periodo sbarcavano a Taranto. Un’esperienza formativa dal valore incalcolabile, con la Salinella al centro dell’accoglienza (due delle sedi utilizzate delle istituzioni furono l’ABFO e la ex palestra “Ricciardi”) e grazie alla quale abbiamo potuto tessere una rete con il territorio che ancora oggi ha un peso importante per le nostre attività e non solo, visto che alcuni di noi lavorano stabilmente nell’accoglienza e integrazione.
Anche la cultura è stata ed è fondamentale, sin dal primo momento. Ricordo con piacere il nostro primo evento culturale in occasione delle elezioni europee del 2014, un forum a cui demmo il nome “Europa, così lontana e così vicina” al quale invitammo Antonia Battaglia, donna e madre tarantina, attivista di Peacelink impegnata anche presso l’Unione Europea per la questione ambientale di Taranto. Antonia ci raccontò quelle che sono le motivazioni che portarono alla nascita dell’Unione Europea, dell’importanza che ha l’UE stessa dal punto di vista sociale nella vita di tutti i giorni e dei suoi limiti istituzionali.
Sull’onda dell’entusiasmo organizzammo subito un altro forum, questa volta sulla cittadinanzAttiva (e non avremmo potuto scegliere un tema migliore) e al quale invitammo Alessandro Marescotti – presidente di Peacelink – e Fabio Matacchiera – presidente del Fondo Antidiossina Taranto -, entrambi da anni cittadini attivi impegnati nella lotta ambientalista tarantina. Un evento riuscito, uno scambio di esperienze unico, che ci fece capire che eravamo sulla strada giusta.
E poi c’è Saviano. Sì, proprio lui, Roberto Saviano, quello di Gomorra ma anche di Super Santos, un libro ai più sconosciuto in cui racconta la storia – realmente accaduta – di quattro ragazzini con la passione per il calcio che diventano uomini tra le strade di Napoli. Super Santos è anche il nome di una vera e propria “operazione” che lanciammo nel luglio del 2017. Il nostro obiettivo era quello di ripartire, di ricominciare le nostre attività dopo alcuni mesi di fermo quasi assoluto, e decidemmo di farlo riqualificando una piazzetta del quartiere, affinché i bambini e ragazzi del territorio avessero anche loro uno spazio in cui “giocare a pallone”, come facevamo noi quando eravamo ragazzini ed uscivamo da scuola: due zaini, un super santos (il famoso pallone arancione), e il piazzale in cui aspettavi il pullman per tornare a casa si trasformava nel Santiago Bernabeu.
Ricordo quel pomeriggio del 7 luglio 2017 come se fosse ieri. Ad un certo punto il mio telefono inizia a squillare come se fosse impazzito: erano diversi amici che mi chiamavano per avvisarmi del fatto che Saviano aveva parlato di noi sulla sua pagina Facebook, di un gruppo di ragazzi della Salinella, ricollegando la nostra “Operazione Super Santos” a quanto lui aveva scritto nel suo libro, al super santos come modo di concepire la vita, rivendicando come noi la sacralità delle piazze in cui i bambini giocano a pallone. Un’emozione indescrivibile, il modo giusto per ricominciare.
L’OPS rinasce, riparte, e lo fa con il piede sull’acceleratore partendo da un concetto base: non esiste “centro” senza periferia, e non esiste periferia senza “centro”. Il quartiere inizia ad accorgersi di noi, ad essere insieme a noi anche grazie ai social network che rilanciano le nostre attività. Grazie ai social troviamo nell’allora sconosciuto Egidio un aiuto: è lui che realizza la nostra Little Free Library, una piccola biblioteca libera di quartiere dove scambiare liberamente libri, sguardi, esperienze. Sì, lo abbiamo fatto alla Salinella, nella stessa piazzetta dell’operazione Super Santos, perché la torta senza ciliegina non è la stessa cosa, no? E quella torta ha ancora oggi un sapore particolare, perché diversi abitanti del territorio ce ne facevano assaporare un sapore amaro riempendoci della classica negatività di chi non crede che un territorio come questo possa cambiare e pregustando il fallimento nostro e di quella libreria. Purtroppo per loro lei è ancora lì, dopo mesi, i cittadini l’hanno adottata e se ne prendono cura, e lei ci racconta poesie come quella di un nonno che porta lì la sua nipotina e le legge un libro.
La negatività, ecco il vero ostacolo, la spina di una rosa pronta a fiorire. Lo è ancora più dell’abissale distanza di chi amministra la cosa pubblica e lo è più del mancato rispetto dei beni comuni da parte degli abitanti, perché la piazzetta la ripulisci, ma il pessimismo cosmico di alcuni è a volte paragonabile ad un vero e proprio terrorismo psicologico e tu devi essere più forte, perché tra l’altro lo fai da volontario. Ma siamo fortunati: abbiamo dalla nostra parte la speranza, la capacità e la voglia di pensare e lottare tutti i giorni affinché il territorio possa rialzare la testa, essere comunità attiva, togliersi definitivamente di dosso le tante etichette che nel corso degli anni ti hanno letteralmente appiccicato su…è questo che ti dà la forza e la voglia di continuare, nonostante tutto.
È un percorso lungo, lo sappiamo, ma a noi piace volare alto. I prossimi sogni? Il primo lo stiamo già realizzando, è l’apertura oramai prossima di un Centro Culturale Popolare a cui daremo il nome Charlie Chaplin in onore del suo celebre Discorso all’umanità ne Il grande dittatore. Sogniamo il recupero di un “relitto”, quello della Salina Piccola, della cui importanza vi ho già raccontato e che oggi potrebbe ritornare ad essere una risorsa dal valore inestimabile diventando un parco naturale protetto ed accessibile a tutti, specialmente ai bambini, affinché possano crescere a contatto con la natura. A noi abitanti della Salinella capita già oggi di fare due passi e trovarci a pochi metri da aironi guardabuoi o aironi cenerini, perché non tutelare questo dono?
O ancora, una festa di San Giuseppe organizzata coralmente dal quartiere, così “come si deve” e con tutti i crismi della legalità.
Anche se forse il sogno più grande è quello di veder sparire, un giorno, il nostro Osservatorio, di renderlo piacevolmente inutile, perché da quel giorno in poi si sarà creata una consapevolezza tale da avere cittadini impegnati nel prendersi cura del territorio.
Noi non ci arrendiamo ed è per questo che oggi, 14 febbraio, mentre scriviamo questo racconto auguriamo un buon San Valentino a tutti gli innamorati del proprio territorio.
Noi lo siamo <3
Francesco Settembre è un 37enne tarantino innamorato della sua città e del suo territorio, quello del quartiere Salinella in cui vive dal 1992.
Scout per 26 anni, fonda nel 2006 e alla Salinella l’associazione Pane e PC – L’Informatica per Tutti con la quale recupera vecchi PC per ripristinarli e donarli a chi non può permettersene uno, oltre ad organizzare corsi di alfabetizzazione informatica per anziani.
Nel 2014 dà vita, insieme ad altri ragazzi del territorio, all’OPS – Osservatorio Permanente Salinella a cui questo racconto fa riferimento.